Le Oncoematologie Arezzo e Perugia rispettano i Testimoni di Geova

15 ottobre 2024 - Tempo di lettura: 7 minuti www.egm.it no profit by www.biodiritti.org - link d'invito per leggere in Telegram altri articoli di divulgazione Scientifica di Biodiritti by Egm.it No Profit

Le Oncoematologie di Arezzo e Perugia sostengono i diritti dei pazienti, anche Testimoni di Geova, a favore di alternative scientificamente validate alle emotrasfusioni rifiutate. Senza pregiudizi, con tanta empatia, umanità e professionalità

Le Oncoematologie di Arezzo e Perugia sono senza pregiudizi religiosi, professionalmente preparate, umane e rispettose del paziente. Non obbligate dalle leggi, ma dalla loro coscienza etica sui diritti del malato. Non sono le uniche in Italia e nel mondo. I Comitati di Assistenza Sanitaria dei Testimoni di Geova svolgono un servizio internazionale, rivolto a medici che devono gestire pazienti testimoni di Geova, è gratuito e disponibile 24 ore su 24. Qui puoi scaricare una raccolta di articoli medici sottoposti a peer review e documenti relativi a strategie cliniche comprovate in ematologia senza trasfusioni di sangue. Dalla metà degli anni '90, la USL8 di Arezzo, oggi Usl Toscana Sud Est, prima in Italia e forse in Europa, ha pubblicato appositi documenti a sostegno dei pazienti, anche Testimoni di Geova, a favore del diritto al rifiuto di terapie anche salvavita. Senza abbandonare il paziente, hanno attivato alternative scientifiche alle terapie rifiutate, anche alle emotrasfusioni. Oggi tale sostegno continua nei principi di autodeterminazione del malato con l'apporto del nuovo Dipartimento Medicina Legale e Tutela Diritti in Sanità Diretto dal Prof. P.G. Macrì Usl Toscana Sud Est Arezzo - Grosseto - Siena (link articolo)

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La Oncoematologia di Arezzo, da oltre 20 anni sostiene tali BioDiritti dell'autodeterminazione del malato, per coscienza, umanità ed empatia, ben prima che tali diritti avessero forza di legge. (leggi l'articolo recente che parla della Oncoematologia di Arezzo diretta, dal Dott. Ubaldo Occhini, con i ringraziamenti di una paziente TdGeova)

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Salvare la vita delle persone è una passione, non solo un lavoro per il Dott. Ubaldo Occhini, Primario della Oncoematologia dell'Ospedale di Arezzo e per Simona Borghesi, Primario della Radioterapia di Arezzo e Valdarno.

Il loro entusiasmo è contagioso. La dott.ssa Simona Borghesi spiega nel sito della USL TSE l’equilibrio tra cura e tecnologia per i suoi pazienti e la soddisfazione del nuovo acceleratore lineare in dotazione al Reparto di Radioterapia del San Donato di Arezzo. Consente la somministrazione di terapie antitumorali in modo ancora più preciso ed efficace. 

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È stata trattata alla radioterapia di Arezzo una Testimone di Geova con lesioni ossee da mieloma multiplo (alla C2 ed emisacro SN), tollerate in modo ottimale. L’ingresso al bunker è umanizzato con colori, luci e fiori colorati mentre sul soffitto del bunker, nel quale è installato l’acceleratore lineare, si apre un cielo con sole e nuvole bianche riprodotto con l’intensità della luce naturale. L’acceleratore lineare permette di ottimizzare il trattamento radioterapico con una somministrazione accurata della dose necessaria a trattare il tumore preservando, al tempo stesso, i tessuti sani circostanti. L’utilizzo del sistema di Surface IGRT (Surface Image Guided Radiation Therapy) consente, ad ogni seduta di trattamento, di monitorare con alta precisione la lesione tumorale

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La prof.ssa Maria Paola Martelli, direttore della Ematologia di Perugia dichiara: "Ognuno deve essere rispettato nelle sue credenze e nel modo in cui decide di vivere la vita. Noi dobbiamo accogliere il dolore, dare conforto, speranza, professionalità"

La Ematologia di Perugia è un’eccellenza umbra che collabora con diversi ospedali italiani ed esteri. Ha ottenuto – per la seconda volta – l’accreditamento mondiale JACIE (Joint Accreditation Committee-ISCT & EBMT) per promuovere standard di elevata qualità nel campo del trapianto di cellule staminali emopoietiche e delle terapie cellulari. La Professoressa Maria Paola Martelli, nominata ad ottobre 2024 direttore della Ematologia dell’Azienda Ospedaliera Santa Maria della Misericordia di Perugia, ha concesso un'intervista ad / pubblicata Il 6 Agosto, 2024 su AboutUmbria Magazine, quando era ancora Direttore f.f. che vi suggeriamo di leggere. Ad una testimone di Geova, ormai ottantenne, si è manifestata una recidiva da leucemia acuta, superata 10 anni fa con le cure dell'epoca e trasfusioni. Alla recidiva si è rifiutata di sottoporsi alle trasfusioni di sangue. La professoressa e i suoi collaboratori non si sono arresi e, grazie a terapie mirate – presenti oggi rispetto ai 10 anni fa – l’hanno potuta trattare senza sottoporla a trasfusioni. In casi come questo servono coraggio ai medici e tanta umanità per rispettare le credenze in cui decide di vivere la persona. Ciò che i medici possono dare è bellissimo: Accogliere il dolore, dare conforto speranza e professionalità per salvare vite con tanta umanità. "La fatica è ripagata anche dai sorrisi e dagli infiniti ringraziamenti dei pazienti e dei loro familiari" riferisce piena di sentimenti e commozione la professoressa Martelli.  

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Le terapie innovative

La terapia di precisione (ulteriori info AIL) è l’avanguardia delle terapie: ha l’obiettivo di colpire esclusivamente le cellule malate. Le terapie innovative possono essere di tipo farmacologico: nuove molecole disegnate in laboratorio e create per andare a colpire un’alterazione genetica ben precisa. Questo tipo di terapie spesso sono attuabili fin da subito, ma la diagnostica deve essere tempestiva. Ciò è garantito dal Laboratorio di Diagnostica Integrata che a volte deve iniziare in tempi molto stretti (anche 5 giorni). Sia il centro clinico che i laboratori della Ematologia di Perugia sono – ormai dal 2021 – certificati AIFA per Sperimentazioni Cliniche di Fase 1, il che garantisce ai pazienti con diverse patologie accesso a nuovi farmaci e quindi a nuove opportunità di trattamento altrimenti non disponibili. 

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Altre terapie innovative sono quelle cellulari (Info AIL), vale a dire cellule (e non farmaci) capaci di attaccare in maniera specifica le cellule malate: un esempio sono le CAR-T. Vengono prelevate dal soggetto malato, modificate in laboratorio e innestate per essere indirizzate – in sostituzione del sistema immunitario che ha fallito nel bloccare il tumore – verso le cellule malate. Ma non ci sono solo le CAR-T. Nel trapianto, specifici linfociti – chiamati cellule T-regolatorie – ad esempio, vengono utilizzati per proteggere il paziente da un possibile attacco del trapianto verso il ricevente, quella che si chiama graft-versus-host disease (GVHD): intervengono bloccando la GVHD ma non la capacità delle cellule immuni di reagire contro la malattia. Questo è un protocollo ideato e messo in atto per la prima volta proprio a Perugia. Le terapie cellulari sono certamente terapie estremamente complesse che vedono il ruolo fondamentale e il lavoro coordinato del team clinico e del Laboratorio di Manipolazione e Terapie Cellulari, e il Servizio Immuno-Trasfusionale. In collaborazione con il centro statunitense (Link City of Hope Cancer Center in California) e la Radioterapia oncologica (INFO ANSA), è stato messo a punto un protocollo innovativo a Perugia, che prevede l’uso di una radioterapia non standard con un macchinario avanzato (Link tomoterapia elicoidale), capace di adattare con precisione alla struttura ossea del paziente il tipo di radiazioni, seguendo la sua conformazione fisica. In questo modo i raggi sono indirizzati solo nelle zone del midollo osseo o dei linfonodi, risparmiando l’attacco a organi sani e vitali, riducendo la tossicità e  permettendo di utilizzare questo tipo di trattamento anche nelle persone più anziane. 

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Il rispetto dell'Autodeterminazione del paziente, è rafforzata dalle leggi italiane sulle DAT e dalla sentenza della CEDU pronunciata all'unanimità il 17 settembre 2024 dalla Grande Camera della Corte europea dei diritti dell'uomo. (Leggi qui il commento autorevole pubblicato sulla sentenza). Atti medici e giudiziari esaminati hanno portato alla sentenza contro la Spagna che non ha rispettato il rifiuto delle tre emotrasfusioni praticate contro la volontà ad una Testimone di Geova, mentre sotto anestesia, non poteva riconfermare il suo rifiuto

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La sentenza dichiara che i diritti di questa Testimone di Geova in Spagna (Pindo Mulla), sono stati violati da un'ordinanza con la quale un giudice autorizzava i medici a somministrare trasfusioni di sangue contro la sua volontà per un fibroma uterino (mioma). È accaduto dopo che la paziente aveva accettato di essere trasferita a Madrid, proprio in un ospedale che storicamente collaborava con terapie alternative alle trasfusioni di sangue rifiutate. Invece l'hanno trasfusa proprio lì, senza neppure chiederle il consenso o dissenso informato, forti dell'autorizzazione avuta dal giudice mentre in ambulanza veniva portata a Madrid. Questa sentenza di condanna alla Spagna, costituisce un "precedente rivoluzionario che contribuisce a tutelare il diritto di tutti i pazienti all'autodeterminazione".

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Tutti i diciassette giudici della Grande Camera hanno convenuto che "il paziente adulto e consapevole ha il diritto di rifiutare le cure mediche indesiderate, affermando che "il diritto del paziente di prestare o negare il consenso a un trattamento è un principio cardine nella sfera dell'assistenza sanitaria che deve essere rispettato". La sentenza è un trionfo per ogni individuo che desidera gli venga riconosciuto il diritto di prendere decisioni personali in campo sanitario. Pindo Mulla si era chiaramente opposta oralmente e per iscritto. A rendere molto significativa questa sentenza è il fatto che è stata emessa dalla Grande Camera della Corte europea dei diritti dell’uomo con diciassette giudici. La Grande Camera si pronuncia solo quando un caso può essere rilevante per molti paesi. Questa sentenza obbliga 46 paesi europei a rispettare le scelte del paziente in fatto di cure mediche. 

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